10 anni dal Terremoto a L’Aquila.
Per non dimenticare che l’Italia può e deve ancora rinascere.
Sono passati dieci anni da quella notte di terrore in cui il terremoto sconvolse L’Aquila e il cuore dell’Italia, e purtroppo tutt’oggi quella ferita è ancora aperta.
Alle 3.32 del 6 aprile, a L’Aquila la campana della chiesa di S. Maria del Suffragio suona 309 rintocchi, ognuno in memoria di ciascuna delle vittime del terremoto.
Le foto che vedete risalgono al 2014, quando sono andata a L’Aquila per iniziare un progetto fotografico su cui sto ancora lavorando, ed allora erano già passati 5 anni dal terremoto. La fotografia, ha insita in sé, una parte importante di testimonianza e apertura dello sguardo su realtà che spesso restano dimenticate, non posso quindi fare a meno di assumere tale responsabilità.
L’attenzione è altissima sul momento, ma poi inevitabilmente ci si sposta sulla notizia successiva e questo fa sì che si ci si dimentichi di realtà che non possono e non devono essere trascurate.
L’impatto con il dolore che emerge ad ogni passo che si fa nella “zona rossa” è pari forse solo alla voglia che si percepisce nelle persone di ricostruire e rinascere, un luogo del resto torna a rivivere davvero solo quando la realtà quotidiana delle persone riesce a ripartire da dove si era fermata.
Ho voluto fotografare il centro storico di L’Aquila perché credo profondamente che lì risieda la vera anima della città, è il luogo dove le persone si incontravano, si riconoscevano, toccavano con mano la loro appartenenza. Anche se per risolvere l’emergenza abitativa si sono costruite le New Town gli abitanti sentiranno che la loro città è veramente rinata solo quando ne sarà ricostruito il cuore. A tal fine intendo mostrarvi quanto sono profonde le ferite di questa parte della città, e solo quando queste saranno curate la gente tornerà a vivere.
Per questo oggi ho aperto una finestra su questa situazione, perché non è scontato fermarsi a ricordare cosa è successo e sta ancora accadendo in Italia.
Il pensiero del tempo che passa senza che si possa vedere ricostruita la vita e la dignità di persone che hanno perso tutto in tragedie di simile portata è decisamente molto triste.
Non si può chiudere gli occhi di fronte a tali disgrazie perché il terremoto è un tema centrale nel nostro paese, poiché è un territorio altamente sismico. Anno dopo anno infatti si sta continuando a presentare in maniera purtroppo del tutto imprevedibile e spesso in luoghi già fortemente colpiti.
Il dovere di documentazione e testimonianza quindi assume per me un senso profondo, se anche solo per un minuto avrete dedicato un pensiero a L’Aquila, alle vittime e a tutte le gravi situazioni post sisma che sussistono oggi in Italia e che dovrebbero invece trovare una pronta e concreta risoluzione.
Penso ad Amatrice, Accumuli, Arquata del Tronto, Norcia e solo per citarne alcune.
L’immagine è lo strumento con il più alto grado di empatia e perciò mi sono sentita in dovere di dedicare un progetto fotografico a L’Aquila e a tutte le zone d’Italia colpite dal terremoto e che ancora continuano a tremare. Con la speranza nel cuore, di poter augurare al nostro paese una rinascita immediata e concreta.